Il sorriso ironico di Franco. Fiorella Falci ricorda Franco Boccadutri
Ieri ci ha lasciato Franco Boccadutri, esponente della sinistra siciliana ed autore del libro Vittorini nella città degli Angeli, edito da Rubbettino. Un arresto cardiocircolatorio lo ha sottratto all’effetto dei suoi cari, la moglie e i suoi due figli, Carlo e Sergio, e il fratello, Nicola, dirigente della Cgil. Questo il ricordo di Fiorella Falci in sua memoria:
«Franco Boccadutri aveva il senso della storia: l’aveva respirata fin da piccolo la storia, dall’esempio di suo padre Calogero, Luziu per i compagni delle battaglie di una vita. Uomo di poche parole e fortissimo impegno, in tempi difficili in cui scegliere di combattere la dittatura fascista poteva significare rischiare la vita.
Uomo di poche parole anche Franco, comunista gentile e ironico, solido e tenace quanto discreto e silenzioso, ma con uno sguardo profondo, capace di cogliere l’essenziale e ricondurlo dentro l’orizzonte della storia. A questo lo aveva guidato la passione per la politica, che del rapporto tra l’esistenza e la storia è proprio l’anello di congiunzione.
La testimonianza di questa consapevolezza aveva voluto lasciarla con il suo libro “Vittorini nella città degli Angeli” (Angeli il quartiere operaio di Caltanissetta e anche il segno di un orizzonte più alto), lo studio in cui ha ricostruito con precisione scientifica da storico e appassionato respiro morale la vicenda del rapporto tra la cellula clandestina del PCI, guidata da Luziu e il centro clandestino del Partito, che manda a Caltanissetta Elio Vittorini a tessere i contatti negli anni della guerra prima del crollo del fascismo.
Aveva sentito il desiderio e il dovere di scriverla quella storia, prima di allora citata solo di striscio da Leonardo Sciascia e Macaluso, nei tempi di “distrazione di massa” in cui il rischio di perdere la memoria di intere generazioni si sta facendo pericoloso culturalmente e politicamente. È stato il suo contributo, importante, a fare emergere questa periferia dell’occidente nella storia dell’antifascismo e della costruzione della democrazia in Europa, con il rapporto stretto che ha legato in questa storia operai e intellettuali, lavoro e cultura.
Vittorini venne a trovare a Caltanissetta il dirigente di una cellula comunista clandestina in cui c’erano Pompeo Colajanni, Gino Cortese, Gaetano e Rita Costa, Gino Giannone, intorno a cui orbitava il giovane Leonardo Sciascia, giovani intellettuali che Luziu Boccadutri cercava e trovava tra gli studenti della borghesia benestante che del fascismo detestavano l’oppressione della libertà.
Ma Franco ha avuto anche l’intelligenza e il coraggio di andare oltre le pagine luminose dell’epopea antifascista, e ha affondato il suo sguardo critico anche su pagine ancora controverse come quelle della polemica con Togliatti che portò Vittorini ad uscire dal PCI. Non si accontentava delle versioni ufficiali, Franco, da uomo che coltivava il silenzio come spazio di libertà e di riflessione sapeva quanto si può scoprire dentro il silenzio. Forse la parte più profonda e scomoda della verità.
Apparteneva ad una generazione della sinistra italiana che a un certo punto ha scelto il silenzio della riflessione, dell’osservazione critica, senza adattamenti di comodo, mantenendo la coerenza, con il distacco del disinteresse personale e la distanza giusta per leggere con lucidità eventi e cambiamenti senza compromessi con la propria storia e la propria identità. È stata questa la sua testimonianza, la sua tradizione progressiva e la sua eredità.
Se n’è andato improvvisamente, in questi giorni in cui non è possibile neppure un funerale. Ma forse anche questo possiamo leggerlo in coerenza con il suo modo di esistere. Nessuna cerimonia, la memoria si può nutrire di ben altro. Forse questo ci aiuterà a considerarlo ancora tra noi, a distanza, con il suo sguardo sorridente e ironico, di un’ironia ricca di conoscenza, non esibita, mai retorica».
Ho conosciuto Franco una lunghissima amicizia, ho conosciuto Luziu suo padre, due indoli simili nella sobrietà sensibilità e nell’intelligenza, poche parole ma essenziali. Mi ha donato il suo libro ricco di momenti storici riflessioni e personaggi intellettuali in un periodo difficile. Abbiamo trascorso tanti momenti belli con i nostri figli e riso tanto. Ho cercato di essergli vicino negli ultimi giorni, mai insofferenza da parte sua. Grazie Franco della tua amicizia.
Franco era come l’ha descritto Fiorella. Ci si intendeva al primo sguardo, forti di passioni, amarezze, conoscenze comuni. Da piccoli a Caltanissetta dove respiravamo gli stessi ideali e valori, forti di due famiglie che avevano giurato fedeltà ai principi e agli obiettivi del comunismo democratico incancarnati dal PCI. L’improvvisa scomparsa lascia un vuoto e tanta amarezza in quanti lo hanno conosciuto e apprezzato. Io tra questi