Lo Sportello Immigrati chiude i battenti
Dal 2005 al mese precedente la pandemia, il civico 14 di via Re d’Italia era frequentato, un giorno la settimana e in orario pomeridiano, da persone migranti prive di qualsiasi tipo di assistenza. Una piccola stanza arredata molto semplicemente ospitava lo Sportello Immigrati, al quale si rivolgevano ragazzi e ragazze di nazionalità diverse. Andava allo Sportello chi viveva sotto il ponte di fronte Pian del Lago, chi non comprendeva i provvedimenti che gli erano stati notificati (decreti di espulsione, respingimenti alla frontiera, eccetera). Chi, malato, non sapeva come accedere alle cure, chi voleva tutelare i propri diritti rispetto al diniego della Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale e chi voleva assistenza nei rapporti col padrone di casa, o, più in generale, con la comunità ospitante. In via Re d’Italia, quattro persone, tra le quali un avvocato esperto in diritto d’immigrazione e componente dell’ASGI, prestavano attività volontaria e gratuita per assistere stranieri prevalentemente richiedenti asilo o titolari di protezione. Nel tempo, alla formazione iniziale si sono aggiunte altre figure, pronte ad offrire i propri servizi sempre in modo volontario.
Oggi questa realtà chiude i battenti: «abbiamo deciso che la nostra esperienza come Sportello immigrati finisce qui» si legge in un post pubblicato su Facebook. L’attività degli operatori dello Sportello ha oltrepassato gli angusti confini provinciali, per l’essere stati i primi, in Italia, ad aver chiesto e ottenuto il registro dei senza fissa dimora, previsto dalla legge. E per aver stilato il dossier “Polvere sotto il tappeto”, che ha avuto una vasta eco anche fuori dal nostro Paese e che ha procurato allo Sportello la menzione al Premio Internazionale Vittorio Foa, nel 2015. Una continua ascesa ma irta di ostacoli, primo fra tutti il pensiero diffuso secondo il quale lo straniero è un numero o un fastidio da dover sopportare. Contro questi pregiudizi lo Sportello Immigrati si è sempre battuto duramente e oggi, con la sua chiusura, verrà a mancare, a Caltanissetta, un luogo importante d’inclusione sociale, in un periodo in cui i più deboli avvertono maggiormente il loro disagio.