Disobbedienza, splendida virtù! Presentato a Caltanissetta il libro di Ester Rizzo
È difficile immaginare che vi siano suore tra le donne che sfidano le norme di un universo maschilista e patriarcale che impone loro di vivere una vita decisa da altri. Eppure è così e leggendo il libro di Ester Rizzo, Donne disobbedienti, si scoprono tante cose. Si scopre, ad esempio, che in Spagna, a Valencia, nel 1390, nei monasteri di Montsant de Xativa e Santa Engracia, molte monache, che avevano preso i voti costrette dalle famiglie, invece di pregare ed essere devote violavano le regole imposte cercando di vivere una vita quasi normale. E come loro, si ribellarono alla condizione di suora molte altre, vissute in periodi storici differenti: l’ultimogenita di Brigida di Svezia, Cecilia; Enrichetta Caracciolo, suor Arcangela Tarabotti, tre nomi fra i tanti di un elenco molto più lungo.
Ma il libro di Ester Rizzo va oltre il monacato imposto e riunisce donne diverse per età, epoca storica, provenienza geografica e condizione sociale, per delineare il profilo della disobbedienza come “splendida virtù” necessaria a contrastare razzismo, maschilismo, mafia, dittature, discriminazioni e violenza. Una virtù necessaria a rendere il mondo un luogo più vivibile non soltanto per le donne, ma anche per gli uomini. Così accanto a queste suore troviamo la prima donna, Eva, che mordendo la mela cambiò per sempre il destino degli esseri umani e che dà il via ad una serie di figure femminili riportate nel libro con dovizia di particolari. Disobbedienti sono le donne che si ribellano ad un matrimonio imposto, come Maria Paternò che, nel 1808, nel Regno di Napoli, diventò la prima divorziata d’Italia. Disobbediente è Massara Francisca, una donna originaria di Caltagirone che, nel 1698, sfidò la morale comune indossando i pantaloni per andare a lavorare nei campi. Disobbedienti sono le undici donne di Delia, che, nel 1915, furono arrestate e condannate per “disfattismo” perché osarono protestare contro l’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale. La disobbedienza arriva a toccare la nostra attualità, con Namugerwa Leah, “La Greta Thunberg dell’Africa”, e Carola Rackete, che, nel 2019, disobbedì al ministero degli Interni italiano per attraccare nel porto di Lampedusa e far scendere le persone migranti salvate al largo della Libia.
Sarebbe troppo lungo dedicare una parola ad ognuna delle donne riportate in questo bel volume, presentato nei giorni scorsi a Caltanissetta durante un’iniziativa organizzata dall’associazione Onde donneinmovimento e patrocinata dal Comune di Caltanissetta. Ci si può invece soffermare sul fatto che la disobbedienza di alcune è stata necessaria a tessere la coperta dei diritti che avvolge tutte e tutti, oggi.
Ognuna di noi ha infine il suo elenco personale di donne disobbedienti più o meno famose, che rappresentano nel proprio immaginario l’idea di libertà da condizionamenti spesso ingiusti. Negli elenchi personali vi può essere una madre, una nonna o un’amica, ad esempio. Tutte vite che, sebbene avvolte dall’anonimato, hanno contribuito alla nostra emancipazione e a renderci le donne che siamo oggi. Sarà compito delle storiche e degli storici fare sempre più luce su queste vite spesso difficili e vissute con lo stigma dell’essere diverse, per compiere un’operazione indispensabile a restituire alla disobbedienza i suoi tratti di umanità e gentilezza.
Grazie per la bella recensione
Grazie a lei, per questo bel libro!