Elezioni amministrative: Caltanissetta è una città per le donne?
È ancora troppo presto per commentare le amministrative del 28 aprile ma un aspetto emerge con chiarezza. Ad oggi, i candidati alla poltrona di sindaco di Caltanissetta sono tutti uomini e per l’ennesima volta, una sindaca nissena rimane un’utopia da sognare e costruire. Eppure non mancano, in città, figure femminili di spicco in diversi settori della vita pubblica, dalla cultura al mondo delle professioni.
Perché, allora, nessuno ha indicato una donna per il ruolo di primo cittadino? Ne parliamo con Loredana Rosa, dell’associazione Onde donneinmovimento. Una candidata donna rappresenterebbe un valore aggiunto?
«I soggetti politici in corsa per le elezioni amministrative a Caltanissetta che hanno già reso noti i nomi dei loro candidati alla carica di Sindaco presentano solo candidature maschili, quelli che ancora non lo hanno fatto lo faranno, non ho molte speranze. Credo che ciò sia dovuto al loro procedere con la testa girata all’indietro
malgrado affermino di essere nuovi per il nuovo. Naturalmente non sono tutti uguali ma tutti hanno in comune, oltre all’essere al maschile, la loro assoluta incapacità di comprendere cosa sta accadendo intorno a loro. Non voglio parlare di tutto rischiando di essere superficiale e banale, mi limiterò alla questione di genere.
I soggetti politici, partiti, associazioni, movimenti, che operano nella nostra città non si sono accorti di quante e quali donne fanno politica, cioè lavorano con competenza e autorevolezza al governo della Città, considerando il “governo della città” un insieme di processi che concorrono all’individuazione dei bisogni, delle risorse e delle risposte. Questo è un male antico certo e il lungo allenamento all’esercizio del potere maschile influenza la capacità e il desiderio delle donne di sottrarsi ad esso per esprimere nelle istituzioni un potere al femminile.
Qualcuno dirà: ma le donne non ne vogliono sapere di candidarsi, certo perché la proposta è fatta all’interno di un paradigma rigidamente maschile nel quale non si riconoscono. Ancora qualcuno potrebbe dire: proponiamo una candidata sindaca e vediamo che succede, niente se si tratta solo di prendere una donna e candidarla senza una “rivoluzione”.
È di questo che si tratta, certo non è che le donne nelle istituzioni non facciano nessuna differenza, tutt’altro, ma per fare “la differenza” cioè per rivoluzionare il paradigma di riferimento debbono essere tante e debbono volerlo, debbono essere consapevoli che esiste un altro modo di gestire il potere, che anzi esiste “un altro potere” che può governare il mondo e anche Caltanissetta».
Pensiero e considerazioni che condivido con rabbia e amarezza per l ennesima delusione ed incapacità di lungimiranza e civiltà di questa nostra città.