Il patrimonio culturale di Caltanissetta è ricco? Ne parliamo con Pasquale Tornatore.
Caltanissetta dispone di un patrimonio culturale e ambientale unico da valorizzare e promuovere? Da quali risorse è formato questo patrimonio e come, nel tempo, è stato valorizzato? Durante l’esperienza del suo assessorato siete riusciti a promuovere reti di iniziative e attività utili ad intercettare ed incrementare il turismo? Così risponde Pasquale Tornatore, per anni fiduciario della locale Condotta Slow Food e oggi assessore alla Cultura del Comune di Caltanissetta:
«Caltanissetta è una città ricca di testimonianze culturali che dall’antichità arrivano fino ai giorni nostri. Si tratta di un patrimonio unico nel panorama siciliano, peculiare delle aree interne. A questo straordinario patrimonio culturale si unisce un paesaggio incontaminato, protetto in ampia parte grazie alla Riserva Naturale Orientale di Monte Capodarso e della Valle dell’Imera Meridionale. La riserva che racchiude tra la sua vegetazione anche lo straordinario sito archeologico di Sabucina e la Miniera Trabonella, è solo una delle risorse del territorio da promuovere in termini turistici. Tra queste risorse occorre annoverare i musei della città: la Galleria Civica d’Arte di Palazzo Moncada, il Museo Archeologico Regionale, il Museo Diocesano “G. Speciale” e il Museo Mineralogico. Ai musei si aggiungono le ricche chiese del centro storico e le loro preziose opere d’arte: dipinti dell’artista toscano Filippo Paladini e del nisseno Vincenzo Roggeri si possono ammirare nella chiesa barocca di San Domenico, nella chiesa di Sant’Agata – in cui si ammirano anche splendidi altari decorati da marmi mischi – e nella Cattedrale, splendidamente affrescata intorno al 1720 dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans. Oltre alle chiese di fondazione moncadiana esistono anche quelle più antiche, come l’abbazia di Santo Spirito e la chiesa di Santa Maria degli Angeli. Tra i numerosi palazzi che abbelliscono il centro storico, tutti rifatti in stile neoclassico o eclettico nel corso del XIX secolo, emerge per bellezza e storia il seicentesco Palazzo Moncada.
Fin qui sono state citate soltanto alcune risorse culturali che negli ultimi anni sono state recuperate e valorizzate anche a fini turistici, ma a queste se ne possono aggiungere molte altre, come i resti del Castello di Pietrarossa, il Cimitero monumentale Angeli, i siti archeologici di Gibil Gabib e Palmintelli, la Villa Amedeo con i suoi preziosi busti marmorei. A questo variegato patrimonio culturale materiale si somma il patrimonio culturale immateriale rappresentato da tre filoni: l’agroalimentare, la tradizione religiosa e l’intrattenimento culturale. L’agroalimentare include la riscoperta e la promozione dei dolci tipici nisseni, come il torrone, il rollò e i dolci delle monache, ma anche la filiera dei grani antichi e del pane di Borgo Santa Rita.
Tra le numerose feste religiose merita un posto particolare la Settimana Santa, patrimonio dal valore inestimabile che la città deve imparare a custodire, a tramandare, a promuovere. Infine l’intrattenimento, con le mostre temporanee e la stagione teatrale di livello nazionale. Tutto questo patrimonio è stato finora promosso e valorizzato grazie all’impegno corale di singoli soggetti e associazioni che, unitamente all’amministrazione, hanno fatto rete – letteralmente nel caso della Rete Cultura del centro Sicilia – per promuovere al meglio la città e le sue risorse. Sicuramente l’inserimento della città di Caltanissetta nel festival regionale Le Vie dei Tesori, ha consentito negli ultimi due anni a far conoscere e amare di più la propria città ai suoi abitanti, e a farla conoscere a tanti altri siciliani e stranieri, iniziando a costruire quella reputazione turistica che Caltanissetta non aveva, e che negli ultimi anni sta incrementando, e la crescita delle strutture di ospitalità in città (triplicate negli ultimi tre anni) sono un segnale positivo dell’incremento delle presenze turistiche nel nostro territorio.
Adesso dobbiamo attuare strategie di qualificazione dell’accoglienza e dell’offerta turistica, e individuare bene qual è il turista al quale può interessare il nostro patrimonio storico, artistico e culturale, materiale e immateriale, e progettare strategie di promozione e comunicazione turistica che cerchino di intercettarlo. Negli ultimi mesi si sta lavorando sul turismo esperienziale, che si prospetta come uno degli ambiti turistici che più si addice al nostro patrimonio culturale e storico, e l’interesse dimostrato da alcuni eventi informativi degli ultimi mesi, sono di buon auspicio».