22 Dicembre 2024
L'opinione

Alcune riflessioni di Loredana Rosa sul diritto all’interruzione volontaria della gravidanza indesiderata.

(Foto tratta dal web)

Sabato 18 aprile 2024 alle ore 10:00 presso la Sala conferenze SICILBANCA di Caltanissetta si terrà un incontro, promosso da Onde donneinmovimento e Governo di Lei, su “Legge 194/78: autodeterminazione e scelta. Per un accesso sicuro e legale alla salute, elevare la consapevolezza, promuovere il diritto alla scelta.” Ecco alcune riflessioni di Loredana Rosa (Governo di Lei) sul diritto all’interruzione volontaria della gravidanza indesiderata:

L’oltraggio alla dignità e al rispetto delle donne che hanno deciso di interrompere la gravidanza perpetrato dalla maggioranza parlamentare con l’approvazione della Legge 29 aprile 2024, n. 56, oltre ad essere un atto abietto è anche una vile furbata.

Basta guardare la Gazzetta Ufficiale in cui è stata pubblicata la legge per comprendere immediatamente che si è trattato di un colpo di mano ben orchestrato. L’articolo, il 44 – quinquies, inserito due articoli prima dell’ultimo, immerso in una miriade di disposizioni per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza senza nulla avere a che fare con esso, recita: Norme in materia di servizi consultoriali 1. Le regioni organizzano i servizi consultoriali nell’ambito della Missione 6, Componente 1, del PNRR e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità.

La legge, come molte altre approvata con voto di fiducia, si piega alla volontà del governo di “fare da solo” con la scusa dell’urgenza e dell’efficienza e all’ingordigia dei parlamentari dettata dalla necessità di soddisfare le smanie di controllo dell’oscurantismo politico e religioso che ha ripreso fiato con il governo di destra-destracentro.

Le legge “alterata” da questo atto del Parlamento è la Legge 22 maggio 1978, n. 194 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza.”, a farne le spese le donne che si rivolgono al consultorio con l’intendo di interrompere una gravidanza indesiderata. Questa legge, nel corso della sua travagliata vita, ha subito diversi attacchi, da alcuni di questi (referendum abrogativi del 17 maggio 1981) è stata brillantemente difesa dalla mobilitazione popolare e in particolare delle donne, ad altri invece non riesce a sottrarsi, sottoposta al continuo logoramento delle sue stesse ambiguità e soggetta alla cattiva volontà dei gestori della sanità pubblica.

I difensori di questo attacco alla “194” e al corretto funzionamento dei Consultori familiari, danno legittimità al “44-quinquies” sostenendo che in esso non vi è niente di nuovo e fanno riferimento all’art. 2 comma 2 che così recita “I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita.”. È evidente l’inganno perché quello che era previsto semmai è la possibilità di “aiutare la maternità difficile dopo la nascita” e non certo di intervenire sulle donne che vogliono interrompere la gravidanza.

Altri aspetti gravissimi sono la palese violazione del diritto alla riservatezza dell’utente e la prestazione di interventi socio sanitari da parte di soggetti estranei al servizio e privi della necessaria qualificazione professionale.

La più grande fragilità della legge 194 è l’obiezione di coscienza consentita a chiunque ne faccia richiesta, pratica adottata da percentuali così alte da rendere spesso impossibile fornire il servizio e da costringere le donne a peregrinare da un servizio all’altro per poter interrompere la gravidanza.

In 46 anni la legge 194, malgrado le evidenti storture e limitazioni nella sua attuazione, è rimasta in una teca infrangibile per timore che venisse peggiorata e snaturata soprattutto per gli aspetti riguardanti la tutela della dignità e il diritto all’autodeterminazione; il governo Meloni e il Parlamento, ostaggio della peggiore destra che la Repubblica italiana abbia mai avuto dalla sua nascita, ci stanno dimostrando che abbiamo sbagliato, che avremmo dovuto essere noi femministe, noi persone consapevoli e attente, ai diritti, alle libertà, alla democrazia come espressione più alta della possibilità di essere Stato, a chiedere ed ottenere revisione e attuazione della legge 194 nel senso di una maggiore tutela e di una migliore possibilità per il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza senza se e senza ma. Oggi che lo spettro oscurantista si muove con disinvoltura e arroganza nelle stanze del potere, non è più tempo di indugi, è tempo per tuttә di esercitare un controllo serrato e inflessibile nell’impedire qualsiasi ingresso “estraneo” in tutti i servizi deputati alla sua attuazione e di pretendere senza eccezioni che il servizio sanitario pubblico eserciti la sua funzione e onori gli obblighi che gli derivano dall’applicazione di una legge dello Stato. Fuori gli obiettori dalla possibilità di interferire con il diritto di autodeterminazione e fuori dai servizi deputati all’IVG.

 

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Un pensiero su “Alcune riflessioni di Loredana Rosa sul diritto all’interruzione volontaria della gravidanza indesiderata.

  • Ersilia Sciandra

    Ribadisco: basta non c’è più tempo di indugi …..

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