Intitolato a Enrichetta Casanova Infuso il circolo nisseno di Sinistra Italiana
Il circolo nisseno di Sinistra Italiana è stato intitolato a Enrichetta Casanova Infuso, attivista e dirigente del Partito comunista di Caltanissetta venuta a mancare il 3 aprile di quest’anno. Abbiamo intervistato il segretario del nuovo Circolo di SI Andrea Salvatore Alcamisi, che vanta una lunga militanza a sinistra, sul percorso politico che il Circolo intende portare avanti.
Perché avete avvertito la necessità di costituire il circolo di SI a Caltanissetta?
«Il circolo di SI nasce in occasione delle elezioni europee, per dare la possibilità di uno spazio alternativo a chi non si riconosceva nelle posizioni del centrosinistra. Ed è nato perché in tanti sentiamo l’esigenza di un ordine nuovo in un momento dominato da conflitti di diversa natura. Il Circolo vuole essere un collante tra diritti civili, sociali e ambientali, in una prospettiva trasversale e vuole costruire una lettura approfondita dei fenomeni che accadono a Caltanissetta. Ad esempio, la crisi idrica è diventata la pietra di paragone di qualunque disuguaglianza del nostro tempo».
Chi fa parte di SI Caltanissetta? Persone con una lunga militanza alle spalle o alla loro prima esperienza politica?
«Il nostro punto di forza risiede proprio nella commistione tra militanti di lunga data ed energie nuove, persone che hanno capito che è giunto il momento di mettersi in gioco. La nostra realtà è formata da esperienza e innovazione, tanto che il segretario regionale Montalto ha parlato di “modello Caltanissetta”».
Vi siete costituiti a ridosso delle amministrative. È stata una scelta non farlo prima?
«Avremmo potuto costruire una forza elettorale, ma le circostanze ci hanno costretto a una lunga riflessione. Essere rimasti fuori dal palazzo non significa tirarsi fuori dalla lotta politica. Abbiamo espresso un forte diniego nei confronti dei candidati in lizza. Abbiamo fin da subito criticato il tentativo maldestro della coalizione di centrosinistra: imbarcare tutto pur di vincere. E abbiamo più volte manifestato la nostra posizione con trasparenza e nettezza».
Una considerazione sulle elezioni amministrative appena concluse…
«La campagna elettorale che si è appena conclusa è stata connotata da un’immoralità diffusa, che non ha permesso di focalizzare l’attenzione su un territorio depresso e immiserito».
Con quali temi avete inaugurato la vostra partecipazione alla politica locale? Quali sono per voi le questioni più urgenti da affrontare e come…
«Il circolo ha già impostato la lotta politica sul tema delle carceri. Il carcere Malaspina versa in condizioni critiche, non dimentichiamo che qualche settimana addietro è avvenuto un suicidio, apice di un malessere di cui la politica deve occuparsi. Ci stiamo occupando anche dell’emergenza idrica e della lotta all’autonomia differenziata.
Abbiamo pensato di interagire su due fronti: istituire una squadra che possa seguire il dibattito politico approfondendolo. Il secondo strumento che pensiamo di mettere in atto è la costruzione di una politica di strada. Noi vogliamo entrare nelle case delle persone e fare in modo che la gente torni ad interessarsi di ciò che accade in questa città. Se la crisi idrica dovesse essere superata, occorre fare in modo che il tema non cada nel dimenticatoio. Abbiamo l’ambizione di costruire una coscienza popolare vigile sulle grandi questioni che interessano la città. La povertà, ad esempio. La povertà nelle sue declinazioni multidimensionali, che a Caltanissetta è visibile nei grandi flussi di giovani che lasciano il territorio in cerca di opportunità di lavoro e di vita migliori. L’esodo giovanile si aggiunge a un calo demografico vertiginoso. Tutto questo – gli aumenti di prezzo dei beni alimentari di prima necessità; il calo demografico; la possibilità di accedere alla cultura e a qualsiasi forma d’istruzione – è l’effetto di politiche regionali e nazionali che hanno amplificato il malessere sociale. Una buona amministrazione può porre un freno a questo stato di cose.
Ci stiamo occupando anche del tema del caporalato, visto che viviamo nella terra di Adnan Siddique. Siamo molto sensibili ai temi della legalità e pensiamo a strumenti che possano incidere sugli ambiti toccati dal caporalato, come il rapporto tra la domanda e l’offerta di lavoro o le condizioni di lavoro e di vita dei braccianti».
Pensate di interagire con le associazioni del territorio e i partiti che fanno capo all’opposizione?
«Naturalmente, sì. Come forza di sinistra non possiamo ignorare ciò che sta accadendo a Roma, dove Alleanza Verdi e Sinistra vede nell’unità tra le forze progressiste uno strumento per fermare le destre e per avviare quelle riforme necessarie al benessere del Paese. Il 25 luglio faremo la festa del circolo e coinvolgeremo le associazioni impegnate nel sociale».