22 Ottobre 2024
L'opinione

Note a margine di una mesta manifestazione: l’analisi di Leandro Janni

Momenti del corteo di domenica (foto inviate da Leandro Janni)

Riceviamo e pubblichiamo l’analisi del presidente di Italia Nostra Sicilia, professor Leandro Janni, sulla manifestazione che si è tenuta ieri mattina, organizzata dagli studenti di Caltanissetta. La manifestazione è stata organizzata per affrontare il grave problema della crisi idrica e riportarlo agli onori delle cronache.

 «Un esiguo manipolo di studentesse e studenti nisseni ha partecipato alla manifestazione di domenica 6 ottobre 2024 a Caltanissetta, con lo slogan «Insieme per un obiettivo comune!» Manifestazione organizzata e indetta dagli stessi ragazzi e ragazze come reazione alla siccità che da mesi sta colpendo, sempre più drammaticamente, la città e il suo territorio.

Premetto e metto subito in chiaro che non ho potuto partecipare all’evento per problemi di salute; problemi che mi affliggono da diversi giorni. Ho comunque acquisito le informazioni necessarie attraverso video, immagini fotografiche, comunicati, testimonianze dirette.

Ma andiamo al dunque: il primo elemento che emerge è la scarsa, scarsissima presenza di studentesse e studenti. Spiace dirlo, ma diciamolo, diciamolo chiaramente: una delusione, un fallimento! In compenso, folto è stato il numero di politici e amministratori locali presenti. Politici e amministratori che hanno abilmente preso possesso della prima fila del corteo portandosi appresso due bianchi lenzuoli con le scritte «Siamo a secco» e «Ci siamo seccati!» Il corteo è partito da Piazza del Marinaio e si è concluso con i previsti interventi, da un grande palco, in Corso Umberto I.

Che dire? C’è davvero poco da dire, se non sottolineare il fatto che forse sarebbe meglio se politici e amministratori locali andassero a reclamare e a manifestare a Palermo e a Roma. Insomma: a me pare che questa mesta manifestazione, piuttosto che tra le iniziative civili e politiche, sia da annoverare tra le performance teatrali, nell’ambito di quella che i politologi chiamano “democrazia recitativa”. In una democrazia recitativa quasi non ci accorgiamo che stiamo facendo parte di una recita, che siamo protagonisti di una recita, e questo ci porta a vivere senza democrazia pur facendo la parte degli spettatori/attori di una democrazia.

Si scivola nella democrazia recitativa senza rendersene conto perché non si ha una informazione autentica, un’informazione critica di ciò che accade e di ciò che ci accade. Si scivola nella democrazia recitativa perché non si possiede un’adeguata formazione e dunque un’adeguata consapevolezza civile e politica. In tale contesto prevale, si impone un esiziale, fatale, ecumenico populismo».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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