Infinita intifada, una poesia di Mara Librizzi
Mara Librizzi è un’artista di Caltanissetta che ha collaborato per anni con Letizia Battaglia e partecipato alla primavera palermitana, il movimento culturale promosso dal sindaco Leoluca Orlando dalla fine degli anni Ottanta del Novecento all’inizio dei Novanta. Mara interpreta il mondo attraverso le immagini e le parole e nella sua attività d’artista poliedrica ha scritto anche diverse poesie, alcune delle quali hanno ottenuto riconoscimenti.
Nello scenario odierno, segnato da una tregua a Gaza e da un conflitto che si sposta in Cisgiordania, proponiamo “Infinita intifada”, poesia che Mara Librizzi ha scritto in occasione della seconda intifada esplosa nel 2000, resa attuale dalle tragedie di oggi.
Infinita intifada
Stellati smerigli
Di Sole
inabissano
Blu oltremare
cobalto
orchidea lunare
mi invasa l’Anima
il pensiero di Te
trabocca sensi
Requiem duro
s’accampa su GERUSALEMME
diamante insanguinato
agonia di sangue
sangue pensante
sangue dirompente
rapido
carri armati
rastrellano
stritolano
Gaza, Cisgiordania:
Betlemme
Betunia
Chalchilia
Hebron
Jenin
Gerico
Nablus
Ramallah
Tulkarem
Scansione del tempo
Lame di Luce
È la Notte del giorno
Notte oscura
Notte degli Ulivi
Tremano i polsi della terra
Memoria sovraiscindibile
Secolarizzata
Rete globale di Amore
Scende da Occidente
A Oriente
Ed io
ho un’ombra dell’anima
ma
“dov’è l’Amato del mio cuore?”
Rughe di sangue mi irrorano il viso
rughe temperate da secoli
Spoliazione di vita
Rivoli di fiori
i Tuoi occhi
da baciare
sussurrare alle Tue orecchie
grani di Rosario
tutto l’indicibile
E Tu
mi trafiggi le palpebre
Mi abbevero a quell’anfora
Rigata da secoli
acini succosi
irrigano
dolore eterno
separatezza
tra Cielo e Terra
Da molte lune
un ripetersi martellante
ossessione la ronda della notte
la domanda
sempre la stessa:
“avete visto l’Amato del mio cuore?”
il tuo Corpo da desiderio
paradosso reale
Grazia senza limiti
spartisce con l’Anima
Eternità immutabile
Dove troverò più i fiori?
Fotografie antiche
Rosso seppia
sbiadate
una foglia verde
acqua negata
Ulivi di sabbia
Che cos’è che sale
Da Oriente a Occidente?
riverbero di melodie
cullare l’Anima
Una Voce
uccelli in volata
fruscio di kaffiah
odore di passi tribali
lacerazione di memorie
inenarrabili
Ho scongiurato la Stella del mattino
Quella Stella che non conosce tramonto
“ma dov’è l’Amato del mio cuore?”
ISRAELE
PALESTINA
profughi
coloni
terrore
rappresaglie
chiusure
paura
ubriacatura che travolge
Orione e il Cane
La Stella della morte
aleggia sulla spianata
Fiato sospeso
tutte le Stelle stanno a vegliare
sulle sabbie mobili
tregua inghiottita nel tunnel
spirale omicida
il non ritorno
sperde nel tempo
perde il tempo
assediamenti
atterramenti
trattative
muri di separazione
dialogo
rancore
ritorsioni a catena
raids apaches
pietre
cronaca di pietra
e il sangue pulsa ancora
crogiolo di sedimentazioni
avventura
che straripa a fiotti purpurei
sotto la Luna
che straripa a fiotti purpurei
sotto il Sole
ISRAELE
PALESTINA
dramma unico
destino uguale
una sola placenta
storia infinita
un legame
le avvinghia
le contorce
Condividere
Convivere
Tutti ci apparteniamo
E Tu
mi arrivi
quando non arrivi
con la pioggia
e i giochi del Sole
mi porti con gli occhi la memoria del mondo
Ti accordi al mistero del mio cuore
in un sigillo,
Tu
in me
ed io
in Te trasformata
ISRAELE
PALESTINA
innestate
congiunte
avvinte
a quello scrigno
sabbia di STELLE
STELLA
Nel liquido AZZURRO
Sotto quella sabbia siamo tutti uguali