23 Novembre 2024
Attori e comparse

Quando l’arte e la bellezza salveranno il mondo. Michele Celeste e il suo bel racconto di pandemia

Michele Celeste
Michele Celeste

Caro Michele Celeste, pubblichiamo il tuo commento con grande gioia e sperando che veramente il mondo che verrà sia migliore di quello dal quale la pandemia ci ha divisi. Dobbiamo ricordare ai lettori quello che nel tuo testo non dici e cioè che sei un attore sancataldese sulla scena da ben trent’anni, e che sei stato sul set di fiction e film importanti. L’ultima tua apparizione cinematografica è nel film di Bellocchio, Il traditore, e uno degli ultimi riconoscimenti che hai ottenuto è il premio “Fajalobi Divimpex” per la pace, la libertà e i diritti umani, durante l’undicesima edizione del Festival internazionale di Spoleto. Ora, però, lasciamo la scena a te e al tuo alter ego, Mister Karciofen (con la K e non come l’avevamo scritto noi nella domanda che ti abbiamo rivolto), il fantasista magico che si diverte ancora con le sue magie strampalate:

«Caro pasticciere Trotzkista, mi chiedi cosa avrei fatto in questi giorni se non ci fosse stata l’emergenza coronavirus; se avevo tournée o lavori da portare a termine….

Ebbene eccomi qui per soddisfare la tua curiosità. Impiccione!

Ad aprile sarei dovuto tornare a Roma con la mia Compagnia OfficinaTeatro. Ci attendevano altre repliche di My name is… 877 al Teatro Petrolini. Un impegno preso con la cara amica e collega attrice Donatella Cotesta, con la quale avrei dovuto provare anche uno spettacolo teatrale sull’Unità d’Italia. Indovina chi avrei dovuto interpretare? … Garibaldi!  Tutto rinviato.

Nel nostro Teatro d’essai La Condotta di San Cataldo? … Tutto sospeso.

Caro pasticciere Trotzkista, mi chiedi anche “come trascorre questi giorni il mio alter ego, il mago strampalato Mr. Carciofen” (Si scrive con la K e non con la C. Diamine!).  Mr. Karciofen, dal quale raccomando di prendere le debite distanze, è un nullafacente, uno scansafatiche, una sanguisuga, un parassita, un bugiardo! Lo è sempre stato e adesso si rivela in tutta la sua essenza. Sta in casa (come è giusto che sia) spaparacchiato sul divano, guardando film, dormendo in continuazione e, nei pochi momenti liberi, suona un carillon, deliziandosi e (lo ammetto, sigh!) deliziandomi. Ha un suono arcano, il suo carillon. Misterioso e dolce nello stesso tempo.  Non so cosa gli sia saltato in mente e cosa progetta di fare. Ne ha comprati tre su internet, lo scialacquatore! Ogni tanto, lo stolto, si sveglia dal torpore e bofonchia: “In omnia pericula… Tasta testicula”… Mah! Mi fa saltare i nervi!

Lasciamo al suo destino l’inqualificabile Karciofen e torniamo a parlare di cose e di persone serie. In quanto a me, sono dedito a tempo pieno a scrutare il mondo e la gente… Senza uscire di casa… Attraverso Facebook. Ho notato che, soprattutto nei giorni scorsi, è stata una vera e propria gara nel pubblicare immagini di opere d’arte. Anche video fatti in casa con gente che recita, canta, interpreta poesie, ecc. Mi chiedo, quanti di loro sono stati o sarebbero disposti a spendere un solo euro per uno spettacolo, acquistare un libro, visitare un museo? Eppure oggi, di fronte alla pandemia e alla paura della morte, a gran voce rivendichiamo la promessa fatta dalla Bellezza agli uomini: salvarci. Vincerà su tutto e la bellezza potrà rendere felici gli uomini, rassicurava Dostoevskij. Perché mai dovrebbe salvarci se l’uomo continua a produrre Bruttezza?

La Bellezza, dovendo mantenere la sua promessa di salvezza, ha fatto in modo che la ritrovassimo nel quotidiano e non è detto che debba essere magniloquente ad ogni costo. È una riflessione su cui insisto nel mio libro, Il Teatro di Resistenza. Il più delle volte la promessa di salvezza da parte della Bellezza e quindi dall’Arte, non è mantenuta o lo è soltanto in parte. Infatti la felicità dura poco e quando svanisce ci lascia cadere nella malinconia e nel senso della caducità delle cose.

L’Arte, caro pasticciere Trotzkista, è ingannatrice. Sai chi donò la musica e la poesia ad Apollo? Ermes, il dio che fece dell’inganno arte! Insegnò ai poeti la Thelktéia, i giochi d’incanto, come ammaliare con la voce.

L’Arte è bellezza intrinsecamente legata alla Morte. Sarà per questo che, in un momento della storia in cui siamo entrati in contatto con la paura della morte, cerchiamo rifugio nell’Arte e nella Bellezza?

Caro pasticciere Trotzkista, ricordi l’episodio del Canto XXI dell’Odissea? L’astuto Odisseo (Ulisse), pronipote da parte materna e conoscitore delle arti di Ermes, reso irriconoscibile giunse nella sua casa invasa dai pretendenti di Penelope. Attese. Quando fu il momento di agire, tese la corda dell’arco come se fosse la corda di una cetra e la saggiò, come fa il musico con il suo strumento. “Essa [la corda dell’arco] cantò pienamente, con voce simile a una rondine”. Odisseo scagliò i dardi trafiggendo mortalmente gli usurpatori, con precisione matematica (l’arte è ordine e precisione, come la matematica).

Caro pasticciere Trotzkista, ricordi le Sirene di Ulisse? Il loro dolce canto ha il potere di farci dimenticare la strada del ritorno fino a darci la morte. Lasciati imputridire al suolo, insepolti. Caspita! Eppure il loro canto è bellissimo! … Mi chiedi: “Forse che la bellezza estrema nasconde la morte? Allora chi salverà il mondo?”  

… Ecco che ricomincia il miserabile! … Abbi la pazienza di aspettare, pasticciere. Quel fannullone di Mr. Karciofen si è appena svegliato dal suo torpore, ha ripreso a suonare. “In omniaaaa periculaaaa… taaaasta testiculaaaa”, ripete lamentoso l’ignavo… e gira …gira la manovella del carillon!… Non resisto alla sua melodia, devo andare… Questione di pochi minuti…

…Rieccomi a te, ricaricato dalla dolce melodia del carillon della necessaria suavitas. Dove eravamo rimasti? Ah si…alla domanda “chi salverà il mondo?”. Credo sia giunto il momento, caro pasticciere Trotzkista, di svelarti un segreto ma dovrai darmi in cambio una cassata farcita di canditi e ricotta… Siamo d’accordo?… Bene!

Pochi sanno che Ermes, resosi invisibile com’era solito fare, s’introdusse nella poesia di Apollo e ne raggiunse il cuore. Insegnò ai poeti e a tutti gli artisti la poikilia, cioè che la creazione di un’opera necessita della varietas, la varietà. L’artista dovrà sapere mescolare sapientemente i colori, intrecciare i temi. Tutti fattori essenziali, che concorrono alla perfezione dell’opera … Poniamo che ognuno di noi fosse un artista. Dobbiamo ricorrere alla varietas per creare un’opera perfetta, bella. Adesso ti è più chiara la faccenda?… No?… Sarò più esplicito: Chi salverà l’uomo sarà l’uomo stesso, purché sia parte attiva nella realizzazione della Bellezza e quindi dell’Armonia del Mondo. Insomma ognuno di noi un grande artista, che concorre alla creazione (poikilia) del Bello Universale. Portatore sano del virus arcano chiamato varietas, varietà, e quindi sostenitore e fautore della diversità. Se il Creato è Suprema Opera D’Arte non può che basarsi su una varietas perfettamente equilibrata.

Se ognuno di noi sarà un bravo artista, Caro pasticciere Trotzkista, l’Arte e la Bellezza salveranno il mondo. Senza inganno e senza venire meno alla promessa primordiale. È l’umanità che vincerà su tutto e costruirà la sua felicità. 

L’uomo, è risaputo, non è una macchina perfetta e pecca di hybris, di arroganza. Questa è la ragione che ci ha impedito di ascoltare il grido di dolore della Natura, defraudata e offesa dalla sua creatura più bella. Capita, in questi giorni d’isolamento e di silenzio (a me è capitato anche in un’altra occasione) di avere paura della morte. Te la trovi al tuo fianco, ti alita addosso (vi assicuro che non è per niente puzzolente). Cerchiamo scampo da essa, vorremmo certezze che “tutto andrà bene”. Invece credo, mio caro pasticciere Trotzkista, che sia il caso di prestarle ascolto e lasciarci permeare da quello che vorrebbe dirci. Noi figli del progresso occidentale, abbiamo perso del tutto la corrispondenza con la morte. Ci siamo dimenticati di lei e facciamo finta di non vedere che, in molte parti del mondo, ci sono migliaia di bambini, picciriddi, che stanno morendo di fame e di freddo. Ci sono donne e uomini soli, che non hanno più nulla, che non hanno mai avuto nulla, neanche le lacrime da versare. Esseri umani, che fanno parte di quella varietas essenziale per la Bellezza e l’Armonia del Mondo.

Caro pasticciere Trotzkista francamente non credo che, dopo l’emergenza Coronavirus, l’avremmo scampata del tutto. Ne usciremo sicuramente, ma la vera sfida sarà sconfiggere il virus della “distrazione”. Rischiamo, infatti, una pandemia ancora più subdola, potente, distruttiva, micidiale perché causa della morte civile.

La distrazione logora, debilita e uccide senza che ce ne rendiamo conto. Colpisce al cuore, fulminea come le saette schioccate da Ulisse. Soffoca l’ideale di Libertà, di Uguaglianza, di Fratellanza, di Tolleranza per i quali l’uomo ha lottato in secoli di storia e su cui si fonda la nostra civiltà. Ho scritto nel mio libro, Il Teatro di Resistenza, che chi non è proteso alla strenua difesa di questi principi è un uomo morto nello spirito. Ordunque quale grande contraddizione: temiamo la morte fisica a causa del Coronavirus e non temiamo la morte spirituale causata dal “Distrazionevirus”?

Ce la faremo a vincere la pandemia che ci affligge in questi mesi, certamente. Per tutto il resto è richiesto un impegno ben più grande, eroico perché richiede il superamento dei propri limiti e soprattutto del coraggio di rinunciare alle disuguaglianze che ci favoriscono, ai nostri privilegi scaturenti dalle sperequazioni economiche. La capacità di rispettare tutti gli uomini, in egual modo, e la Natura. Altrimenti, nel prossimo futuro, non varrà a nulla il fatto che tutto sia andato bene, perché saremo condannati comunque a una morte ben più terribile.

Mio amato pasticciere Trotzkista, mi ha fatto molto piacere parlare con te, ma adesso devo lasciarti. Spero non dimentichi il patto che abbiamo fatto (quello della cassata farcita con canditi e ricotta) altrimenti smetto di volerti bene e non soddisferò più le tue curiosità… A presto. Lunga vita agli Artisti! Viva l’Umanità, Viva la Vita! Viva i Pasticcieri e la Cassata Siciliana!

P.S.: Mr. Karciofen si è svegliato di nuovo… Ha ricominciato la sua litania … “In omnia pericula… tasta testiculaIn omniaaaa periculaaaa… taaasta testiculaaaa…” e fa suonare il carillon (che a me piace tanto). Ne ha comprati tre su internet, lo scialacquatore!»

 

 

  

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2 pensieri riguardo “Quando l’arte e la bellezza salveranno il mondo. Michele Celeste e il suo bel racconto di pandemia

  • Marco Tullio Mangione

    Una forte riflessione che condivido a pieno. Sei un grande, Michele e salutami tanto quel pasticcione di Mr Karciofen

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  • santo messina

    Condivido in pieno i tuoi pensieri sulla bellezza e sulle condizioni perché il mondo possa salvarsi. Resto ammirato anche per l’eleganza della tua scrittura e per i tanti puntuali riferimenti alla grande cultura greca della quale siamo non sempre degni eredi. Saluti a te e al fantastico quanto pragmatico Mr. Karciofen che ti fa compagnia. Assecondalo pure, quel reietto, quando recita il suo mantra apotropaico, (in omnia pericula tasta testicula), rispondendo, sempre in macheronicus latinorum, “tastazio pallorum omnia mala fugat! Tienigli compagnia, no?

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