Ai confini della degenza: intervista a Ilaria Insisa sulla situazione sanitaria locale
Sui nodi irrisolti della sanità locale abbiamo intervistato la componente dell’Assemblea regionale del Pd, Ilaria Insisa. Dalla nostra chiacchierata è emerso un quadro con diverse ombre ma anche sprazzi di luce che fanno ben sperare.
Nonostante dai primi mesi della pandemia le cose, anche a Caltanissetta, siano cambiate, molti nisseni incontrano parecchie difficoltà nel prenotare visite specialistiche al Sant’Elia. Per non parlare del reparto di Ematologia, tutti temi che voi, nei mesi scorsi, avete attenzionato. Secondo te, a cosa è dovuto il protrarsi di queste situazioni e soprattutto, quali sono i possibili rimedi…
«Le difficoltà dei mesi scorsi hanno attraversato tutto il territorio nazionale e dunque anche il nostro territorio. Molte cose sono cambiate, anche in termini di approccio alle cure e prestazioni medico-specialistiche. Queste ultime sono state in primo tempo procrastinate dagli stessi pazienti che ne avevano fatto richiesta e poi l’Asp ha proprio bloccato, o quasi, le visite, sia a livello ospedaliero che a livello territoriale (nei poliambulatori, per intenderci). Quattordicimila prestazioni specialistiche programmate nei mesi del confinamento sono evaporate nel nulla. Oggi ogni paziente deve provvedere a fare una nuova richiesta e attendere la riprogrammazione, oppure affidarsi ai privati qualora ve ne siano i presupposti economici. Ad oggi, vengono fatte visite programmate a giugno. E le altre? Si sarebbe potuto ripartire dalle visite programmate, per esempio inviando SMS o lettere. Perché triangolare la prestazione attraverso il medico di famiglia (insistendo sul paziente) affinché chieda di apporre la dicitura “urgente”?
Parlando della scelta del reparto di Ematologia rischierei di essere ripetitiva. Le possibili soluzioni ai bisogni sono state ampiamente sollecitate dalle associazioni di pazienti e da chi, come l’ex primario, ha diretto bene il reparto fino a qualche tempo fa».
Torniamo ai mesi scorsi e ad una pandemia che può essere definita la prima ma non l’ultima, almeno in base al parere espresso dalla comunità scientifica, che hai puntualmente riportato durante un intervento all’Assemblea regionale del PD. Quando un fenomeno come questo si presenta la prima volta, nessuno è immune dal fare errori. Soffermandoci sulla realtà sanitaria locale, quali sono stati, se ve ne sono stati, gli errori commessi dalla dirigenza Asp nella gestione dell’emergenza Covid-19? E quali invece sono stati i meriti, se ve ne sono stati…
«Errori ne abbiamo commessi tutti, perché ci siamo trovati dinanzi ad un patogeno sconosciuto e come tale, le soluzioni venivano approntate via via che i dati e la conoscenza venivano ampliati. I percorsi non differenziati Covid-19 all’interno dell’edificio principale del Sant’Elia, insieme alla normale degenza dei reparti, è stato un errore imperdonabile! Come accendere volontariamente un fiammifero in un pagliaio».
Come commenti la recente nomina del direttore generale dell’Asp di Caltanissetta Alessandro Caltagirone a commissario straordinario dell’azienda ospedaliera universitaria Policlinico Paolo Giaccone di Palermo? Non si tratta di incarichi troppo impegnativi da svolgere insieme? Il M5S ha protestato vivamente, e il PD ha preso una posizione in merito? E come commenti, infine, le recenti nomine dei tre direttori dipartimentali Dell’Utri, Greco e Roccia?
«La nomina di Alessandro Caltagirone, come del resto le altre nomine, si innesta in un sistema viziato di appartenenze e di assenza di meritocrazia, oltre al fatto che alcune scelte familistiche creano disaffezione e smarrimento nella cittadinanza. Possibile che, nel nostro Paese, il sistema delle porte girevoli sia valevole anche di fronte alla più grave crisi sanitaria del pianeta? Non ci sono stati, per ciò che so, elementi tali (protocolli sanitari innovativi, digitalizzazione spinta della situazione sanitaria di ogni singolo cittadino, studi clinici pubblicati su riviste scientifiche, implementazione della medicina del territorio) che possano individuare, per esempio, in un’unica persona i poteri e i saperi del super manager che gestisce due aziende sanitarie».
La Funzione Pubblica Sanità Cgil di Caltanissetta ha deciso di interrompere le relazioni sindacali con la Direzione Strategica Asp (FONTE: Cronaca di Caltanissetta del quotidiano “La Sicilia” di mercoledì, 8 luglio 2020). È un fatto degno di nota, o no? Secondo te, perché?
«L’interruzione dei rapporti sindacali è sempre un fatto negativo e affonda (negli ultimi decenni) radici sbilenche nell’importanza dei singoli ruoli e nella rappresentanza dei lavoratori. Lo spazio del dialogo fra lavoratore e datore di lavoro dev’essere necessariamente preservato».
Esistono soluzioni a breve termine per rendere la sanità nissena di nuovo efficiente ed efficace? Qual è la posizione del PD in merito?
«Soluzioni semplici a problemi complessi non ne esistono per chi, come accade nel Partito Democratico, si impegna con serietà e trasparenza. A breve termine si dovrebbe procedere con un piano straordinario, in termini di ore lavorative e operatori sanitari impegnati, per accorciare le liste d’attesa accumulate nei mesi di confinamento. Riqualificare l’ospedale Raimondi a San Cataldo è un’altra azione che permetterebbe di ampliare i posti letto. Implementare, nel lungo periodo, le unità lavorative nell’Asp provinciale in maniera tale da dare maggiore centralità alla medicina del territorio. I fondi del MES servirebbero a questo e la posizione del PD è nota».