Caltanissetta, città “lenta” che vuole reagire! La parola a Lorenzo Ciulla, artista eclettico che ripropone le tradizioni siciliane
L’arte e la cultura possono contribuire al rilancio della città e in che misura? Pensi a eventi particolari, a iniziative che ritieni realizzabili? Questa volta abbiamo posto le nostre domande a Lorenzo Ciulla, artista eclettico, creativo, tra i protagonisti delle edizioni di “Piazzacolori”, evento artistico ideato anche per abbellire, colorare e frequentare il centro storico di Caltanissetta. Lorenzo dipinge quadri, realizza magliette, organizza eventi ed è arrivato pure a Londra, metropoli che accoglie gli italiani che hanno personalità e voglia di fare. Anche sulla base degli interventi che abbiamo ospitato in questa rubrica, gli abbiamo chiesto se vi sia un modo più moderno per fare arte in città e ci ha risposto così:
«Vorrei cominciare citando uno dei miei maestri preferiti, Pablo Picasso: “l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”. E’ in questa frase che si racchiuderanno le risposte che darò alle tue domande riguardanti Caltanissetta, la cultura e una visione contemporanea della stessa in rapporto a una città lenta ma desiderosa di reagire. La lentezza di un luogo, termine che mi preme precisare non sempre soggetto ad una sensazione negativa, è associata alla sporcizia dell’anima che altro non è che pigrizia di tutte quelle persone che per anni si sono dimenticate di ciò che di più di bello, in rapporto al posto che vivevano o vivono tuttora, li rendeva vivi e attivi.
Lenta è la cultura dei salotti. Lento è l’approccio degli intellettuali di questi salotti che difficilmente hanno la pazienza o la voglia di confrontarsi con un popolo che ha bisogno di essere istruito alla curiosità. La curiosità del sapere. Non bisogna tenersi tutto per sè. Non bisogna limitarsi a conoscere solo ciò che i libri donano ma è anche importante immergersi fra la gente e le storie che le strade di ogni quartiere sanno raccontare. Un po’ come le persone, non credo che esistano città uguali, in quanto ognuna ha una propria personalità. Pensando a Caltanissetta mi chiedo se abbia una personalità e quale possa essere ma difficilmente trovo una risposta, o quantomeno un’unica risposta. Ho realizzato negli anni diverse manifestazioni con la mia associazione ma solo oggi, a distanza di tempo, visioni ed esperienze accumulate, mi pongo nuove domande. Lorenzo, quale strada vuoi far percorrere a nuove iniziative, come vedi la città e quale obiettivo vuoi raggiungere da qui a dieci anni? Sembrerebbe banale ma molte volte, a causa della scarsa consapevolezza, non riusciamo, nonostante l’amore, a creare un linguaggio urbano comprensibile a tutti e che sviluppi un’identità comune. E’ essenziale quindi che le persone non si vergognino ad esternare la propria cultura, il proprio sapere e le proprie origini e tradizioni, per fare questo serve amore, umiltà e appartenenza. Sono favorevole al rapporto con l’antico in quanto, sia da siciliano che da artista, resto unito a miti e leggende che stimolano l’immaginazione. Chi scava nel passato saprà leggere il presente, ecco perchè non riconosco importanza all’età di una persona ma ascolto quello che ha da dire in rapporto al presente. Caltanissetta ha bisogno quindi di riscoprire l’antico in una versione contemporanea ma tutto ciò potrà accadere solo grazie alla cultura come integrazione con altre etnie e scambio fra gli stessi cittadini che prendano seriamente l’arte e gli artisti come guida per rendere l’invisibile a occhi poco allenati alla bellezza, visibile. Buona fortuna, mia adorata Qal’at an-nisa».
Lorenzo parla di cultura dei salotti, conoscenza dei libri e allora sorge spontanea una domanda: com’è cambiata Caltanissetta, esistono ancora i salotti e gli intellettuali in città e quanto leggono i nisseni?