Che fine ha fatto la Task force anti suicidio? Dura presa di posizione dell’associazione Ligabue nei confronti dell’ASP
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’associazione Ligabue, firmato dal presidente Salvatore Pecoraro e dal segretario Claudio Lombardo. L’associazione Ligabue riunisce i familiari delle persone con disagio psichico ed è attiva sul fronte della salute mentale. Il comunicato è una dura presa di posizione nei confronti della ASP nissena ed elenca alcune gravi inefficienze contro le quali deve imbattersi chi opera a vario titolo o è coinvolto in questo settore:
«Dopo l’ennesimo suicidio verificatosi l’altro ieri nella nostra provincia che, dati alla mano, in questo campo primeggia a livello nazionale, viene da chiedersi quale fine abbia fatto il progetto dei vertici dell’ASP nissena di istituire una Task Force Antisuicidio che si occupasse a tempo pieno del problema e che fosse in grado di intervenire tempestivamente nei casi più gravi e nelle ipotesi di evidenti acuzie.
Ovviamente tale progetto è rimasto una ipotesi, una delle tante belle ipotesi mai realizzate.
Sino a che non si comprenderà appieno che la Salute Mentale è qualcosa che ci riguarda tutti, indistintamente, avremo sempre notizie di suicidi o altre gravi azioni messe in atto da persone sofferenti di disturbi psichici.
Ma è sulle cose concrete che oggi vogliamo intervenire, su quello che si può fare, e che è doveroso fare, e quello che pur essendo necessario e realizzabile, invece, non viene fatto.
A Caltanissetta abbiamo un gruppo dirigente all’A.S.P. assolutamente inefficiente.
In particolare vi è un Direttore Generale e una Direttrice Sanitaria incapaci di portare avanti la ordinaria amministrazione, figurarsi la realizzazione di progetti risolutivi o innovativi per la salute dei nisseni. È sotto gli occhi di tutti lo stato di degrado della sanità nella nostra provincia.
Come Associazione che si occupa a tempo pieno della salute mentale di molti utenti e dei loro familiari della nostra città, è da oltre un anno che chiediamo un incontro con il Dr. Caltagirone e con la dr.ssa Santino, ma inutilmente. Nonostante i nostri sforzi non abbiamo avuto alcun riscontro alle nostre lettere (regolarmente protocollate) o alle richieste verbali avanzate presso la segreteria ASP di via Cusmano.
Avremmo voluto rappresentare al nuovo Direttore Generale che la nostra Associazione, come le altre che operano in Sicilia, chiede il pieno riconoscimento del ruolo sociale e politico del volontariato, favorendone la partecipazione nelle fasi decisionali, non solo a livello Regionale ma anche nelle Aziende Sanitarie, come peraltro previsto nel Decreto del 27 aprile 2012, “Piano Strategico per la Salute Mentale “, pubblicato in G.U.R.S. Il 15/06/2012.
La nostra Associazione di familiari esprime la massima preoccupazione per l’inerzia delle istituzioni e delle strutture preposte dal Piano Sanitario Regionale. Il settore della salute mentale, che aveva già delle carenze, sia in termini di strutture e di organici che di organizzazione del sistema, oggi si trova ulteriormente penalizzato rispetto alle reali necessità degli utenti. Sono diventate fortemente preoccupanti e non più sostenibili le carenze di organico nel personale medico e paramedico a Caltanissetta. Tanto per fare un resoconto minimo sul personale oggi presente nel Modulo DSM di Caltanissetta, abbiamo: CSM, su 6 medici previsti in organico ne sono in servizio solo 3, di cui due con limitazioni e solo uno (il Dr. Salvatore Mistretta) a tempo pieno; su 5 assistenti sociali previsti ne sono presenti 4; su 3 psicologi previsti ve ne è presente solo uno; su 6 infermieri previsti in organico ne sono presenti 5 (1 a Caltanissetta, 2 a Mussomeli, 1 a scavalco a Riesi e 1 a scavalco tra Mussomeli e Caltanissetta); personale paramedico, infine, su 3 unità previste in organico, già di per se insufficienti, ne sono presenti soltanto 2. CTA, su 2 medici previsti in organico ne è presente solo uno (il dr. Lo Vullo); su 2 psicologi previsti ne è presente solo uno; lo stesso dicasi per gli assistenti sociali; mancano totalmente i 5 educatori previsti, un pedagogista ed un collaboratore amministrativo; mentre vi sono in servizio 13 infermieri, sui 6 previsti in organico, forse per supplire alla carenza di servizi dovuta alla mancanza delle altre figure professionali. SPDC, medici previsti 5, presenti 3; infermieri previsti 14, presenti 12 (di cui uno con incarico di infermiere coordinatore); assistenti sociali e psicologi, rispettivamente uno e uno previsti e presenti. Centro Diurno, infine, prevista la presenza di un medico responsabile e di uno psicologo per fasce di orario, nonché la presenza di educatori, infermieri ed istruttori professionali in relazione alle attività programmate, ma vi è soltanto uno psicologo ed un medico dirigente in servizio a tempo limitato solo per qualche ora, un tecnico della riabilitazione psicomotoria ed un ausiliario amministrativo, i quali con spirito di abnegazione tengono in qualche modo in piedi il Centro Diurno.
In queste condizioni, il servizio di Salute Mentale nel nostro territorio si sta dimostrando non particolarmente efficace, per cui nutriamo serie preoccupazioni per un possibile ulteriore calo delle prestazioni e del correlato stato di salute delle persone affette da disturbi psichici.
È opportuno sottolineare che molti utenti delusi dal servizio offerto si rivolgono ad altre strutture sia private che pubbliche di località viciniori o a strutture e medici privati.
Com’è facile prevedere, non si intravvede un qualche spiraglio che sblocchi e migliori tale disastrata situazione a cui, adesso, si aggiunge l’emergenza della perdurante pandemia da covid 19.
Peraltro, a scapito della già precaria sanità nella nostra zona, si aggiunge il fatto che il dr. Caltagirone è stato recentemente nominato Commissario di una ASP palermitana, per cui può dedicarsi a gestire la sua ASP di competenza soltanto a mezzo servizio.
Senza contare, infine, che la legge assegna al settore Salute Mentale il 5% del fondo complessivo per la Sanità. Normalmente vi è la cattiva abitudine degli amministratori di spenderne meno del 3%. A Caltanissetta ci risulta, ma ci piacerebbe essere smentiti, che neanche questa minima quota viene spesa. Mentre manca totalmente, da parte di Caltagirone & company, la predisposizione di attività in grado di affrontare la crisi sanitaria del territorio nisseno e di quella relativa alla salute mentale in particolare.
Noi, come associazione di volontariato, abbiamo dato la nostra disponibilità a progettare ed a portare avanti iniziative atte a migliorare la qualità della vita delle persone sofferenti disturbi psichici e delle loro famiglie, come ad, esempio, la creazione di un Centro Servizi Salute Mentale, rispetto a cui diversi anni fa abbiamo realizzato un progetto, completo di computo metrico (era prevista una spesa di circa 300.000 euro per ristrutturare e rendere fruibile tutto il piano terra di via Chiarandà n. 15, dove la Ligabue ha una stanza che utilizza come sede) che abbiamo consegnato all’allora Direttore Generale Cantàro, il quale , entusiasta, lo ha dato al Direttore Sanitario, che già era la Santino, per inoltrarlo all’Assessorato Regionale alla Salute.
Ebbene, a distanza di oltre 10 anni, ancora aspettiamo una risposta in tal senso. Solo recentemente, stiamo facendo una ricerca a Palermo, per sapere se il nostro progetto del C.S.S.M. sia mai giunto sul tavolo dell’Assessore regionale alla Salute e se, come sospettiamo, da Caltanissetta non si è mai mosso, presenteremo una circostanziata denuncia all’Autorità Giudiziaria per il reato di omissione di atti di ufficio».