8 Settembre 2024
Il fatto

Goletta Verde: luci e ombre delle acque siciliane

(Foto inviata dall’Ufficio stampa di Goletta Verde)

Una situazione che migliora leggermente rispetto allo scorso anno ma anche un dato preoccupante: dei dieci campioni risultati fuori dai limiti di legge, sette sono stati prelevati a mare. Legambiente chiede quindi alle istituzioni di investire al più presto sul sistema di depurazione. In estrema sintesi, è questo lo scenario emerso dalla presentazione dei dati sul monitoraggio delle acque siciliane, che si è svolta stamane a Messina durante la trentottesima edizione di Goletta Verde, storica campagna estiva di Legambiente che solca i mari in difesa delle acque e delle coste.

L’incontro di stamattina ha registrato la partecipazione di Tommaso Castronovo (presidente di Legambiente Sicilia); Alice De Marco (portavoce di Goletta Verde); Liana Cannata (assessora Comune di Messina); Daniele Tumminello (sindaco di Cefalù) e Francesco Terranova (comandante Capitaneria di Porto di Messina).

Su venticinque punti campionati da Goletta Verde dall’1 al 9 luglio 2024 – di cui venti presso spiagge e cinque presso punti critici alle foci – quindici risultano entro i limiti di legge e dieci superano i parametri risultando inquinati o fortemente inquinati.

Cinque sono risultati inquinati: la spiaggia fronte canale piazza marina (PA); la foce del torrente Nocella (PA); la spiaggia presso pennello fronte oasi ecologica (TP); la Foce Fiume Naro (AG) e la Foce Fiume Palma (AG) hanno infatti registrato una concentrazione di almeno una delle specie batteriche target sopra il limite.

Cinque, fortemente inquinati: il mare presso la foce torrente Clachea (PA); la spiaggia la Praiola (PA); la spiaggia presso scarico depuratore (TP); il Lungomare Galatea (CT) e la spiaggia presso la foce torrente macchia (CT), dove la suddetta concentrazione è più del doppio del limite stabilito dalla norma.

A preoccupare di più sono i punti campionati a mare: sette punti su venti presentano criticità. Per quanto riguarda invece i punti campionati in prossimità delle foci, tre su cinque risultano al di sopra dei limiti di legge.

In provincia di Agrigento, due i punti inquinati: la foce del fiume Naro e la foce del fiume Palma, a Palma di Montechiaro.

Anche nella provincia di Catania sono due i punti fortemente inquinati: il lungomare Galatea in località Aci Trezza ad Aci Castello e la spiaggia presso la foce del torrente Macchia a Sant’Anna di Riposto, nel comune di Mascali.

Nella provincia di Palermo, quattro i punti fuori dei limiti: due punti inquinati, uno nella località porto di Cefalù (spiaggia fronte canale presso piazza Marina) e l’altra, la foce del torrente Nocella, nella contrada di S. Cataldo a Trappeto. Sono risultati invece fortemente inquinati, il mare presso la foce del torrente Ciachea a Carini e a Terrasini, la spiaggia della Praiola sul lungomare Peppino Impastato.

Dei tre punti monitorati in provincia di Trapani, due punti campionati risultano entrambi fuori dai limiti di legge: uno è la spiaggia presso il pennello di fronte all’isola ecologica sul lungomare Dante Alighieri, inquinata. L’altro, il punto a Marinella di Selinunte, nella spiaggia presso gli scarichi del depuratore a Castelvetrano, fortemente inquinato.

Nel 50% dei punti è presente il divieto di balneazione, che aiuta la cittadinanza a capire dove non poter fare il bagno evitando rischi, mentre in tutti i punti che abbiamo monitorato quest’anno, i tecnici non hanno mai rilevato i cartelli sulla qualità delle acque di balneazione.

In Sicilia, l’osservato speciale da Goletta Verde è il punto di prelievo presso il lungomare Galatea in località Aci Trezza, nel comune di Aci Castello. Novità di quest’anno, gli “osservati speciali” sono quei punti storicamente critici per i quali Legambiente ha deciso di ripetere i prelievi anche nei mesi che precedono il passaggio della campagna, a supporto della fotografia scattata nei mesi estivi.

Il punto in questione presenta una situazione annosa e critica che l’associazione denuncia e porta ai riflettori da molti anni, poiché in quell’area sussiste un inquinamento cronico da mancata o inefficiente depurazione. Seppur presente il cartello di divieto di balneazione, Legambiente ritiene che non sia possibile ancora restare a guardare e per questo è pronta a fare un esposto in procura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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