Governo nuovo, vizi vecchi: riflessione di Loredana Rosa sulla vicenda AstraZeneca
Sulla vicenda che, in questi giorni, ha coinvolto AstraZeneca e più in generale sulla responsabilità politica della classe dirigente che attualmente governa l’Italia e l’Europa, riceviamo e pubblichiamo una nota di Loredana Rosa, fondatrice dell’associazione Onde donneinmovimento e già coordinatrice della Consulta comunale femminile.
«Il 15 marzo scorso, l’Agenzia Italiana del farmaco ha sospeso la somministrazione del vaccino AstraZeneca per “motivi precauzionali”; il Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi, uomo notoriamente riservato, ha taciuto; le cittadine e i cittadini di questo paese, spaventate/i sono rimaste/i con il fiato sospeso, il che, in tempi di polmoniti interstiziali, genera ansia e può scatenare crisi di panico. A tale proposito mi permetto di suggerire ai nuovi componenti del Comitato Tecnico Scientifico, 10 maschi su 12 per cui non vale la pena sprecare il linguaggio di genere, di promuovere una ricerca sulle morti da infarto avvenute a seguito della paura generata dai comportamenti insensati del Governo italiano.
Nel deserto di informazione istituzionale che abbiamo attraversato in questi giorni, certamente non sostenuta dalle competenze necessarie ma da semplice cittadina comune, ho cercato di capire e quello che ho capito è che una enorme paura ha sommerso la responsabilità.
Se riteniamo giustamente che la paura sia un sentimento essenziale finalizzato alla protezione, quando la si associa alla responsabilità genera scelte sbagliate, e quale responsabilità maggiore può esserci di quella affidata al Governo di un Paese?
A chiarire, ahimè, la questione è intervenuta la conferenza stampa del Presidente del Consiglio del 19 marzo. Questo ennesimo uomo della provvidenza tecnico-ragionieristica, socio del club dei maschi che continuano ad esercitare il potere della produzione sopra quello della riproduzione, ha finalmente chiarito, con calma e senza alcun imbarazzo, che a decidere la sospensione della somministrazione del vaccino è stato il governo perché l’EMA (European Medicines Agency) riteneva di dovere approfondire le ricerche sui casi di decesso segnalati sebbene continuasse a pronunciarsi a favore del vaccino, e così anche l’AIFA. Quindi Draghi ha fatto una scelta politica, perché quella tecnica andava in una direzione diversa. Giusto, direte voi, così deve essere, ma, dico io, visto che la scelta è stata politica di quale idea, progetto, visione, è espressione? Della visione “salviamoci il culo” perché 1. Nessuno potrà fare il conto se qualcuno muore per il ritardo della somministrazione; 2. Gli italiani hanno la memoria corta e quando riprenderanno le vaccinazioni sarà come non fosse successo niente.
Questa stessa “visione” è quella che ha ispirato la Cancelliera tedesca che ha chiesto la solidarietà di Francia e Italia, affinché si sospendesse l’uso del vaccino “per precauzione”, ma questa richiesta così sollecitamente accolta da Macron e Draghi chi cautelava? I cittadini e le cittadine? Evidentemente no perché non c’era nessuna evidenza scientifica a giustificarla, e allora? Purtroppo credo che la risposta sia la peggiore possibile, i/le governanti di questi Paesi non sono in grado di comprendere e gestire una crisi quale quella che stiamo attraversando, i/le governanti di molti Paesi europei si stanno rivelando inesorabilmente per quello che sono: ragionieri laureati più o meno in grado di gestire in modo tradizionale le crisi economiche, ma assolutamente incapaci di affrontare una crisi così complessa e inedita e che sta investendo tutto il mondo.
Questa incapacità da tempo segna la profonda crisi delle democrazie occidentali sempre meno in grado di confrontarsi con le drammatiche emergenze generate dalle devastazioni, dalle violenze, dalle ingiustizie che stanno portando il mondo verso la catastrofe.
Credo che siamo a questo punto non per colpa del destino cinico e baro, siamo esattamente nel punto in cui ci hanno portate/i secoli di potere patriarcale, maschile, capitalista, e non potrà certo essere questo stesso potere a risolvere i problemi che abbiamo di fronte, perché non ne ha le capacità e perché non vuole, occorre un nuovo potere che cambi il paradigma, che rivoluzioni il sistema di valori sul quale si basa, che finalmente capovolga la struttura che vede la riproduzione subordinata alla produzione e questo potere deve per forza essere generato dalle donne.
Ciò detto, poiché mantengo la mia fede nell’umanità, credo che si stia formando una consapevolezza in tal senso e credo che la risposta potrà anche venire da noi “occidentali” se avremo la capacità di guardare con umiltà e fiducia ad altre parti del mondo che della loro sofferenza stanno iniziando a fare forza di riscatto».
Il problema della comunicazione istituzionale nelle emergenze è un tema complesso e richiede preparazione e competenza, se queste mancano e ad esse si affiancano scelte politiche fatte in nome di una salvaguardia “pelosa” delle/dei cittadine/i, possiamo dire di essere in pessime mani….per il resto condivido parola per parola l’intera riflessione!