I cento anni del compagno Filippo Siciliano. Considerazioni di Filippo Falcone
Riceviamo e pubblichiamo una nota di Filippo Falcone sui cento anni di Filippo Siciliano, studioso e dirigente politico originario di Mazzarino. Filippo Falcone si occupa da anni della storia della Sicilia in età contemporanea ed è socio dell’Istituto Gramsci siciliano.
<Giorno 12 agosto abbiamo festeggiato nella sua Mazzarino, alla presenza di autorità e di numerosi cittadini – che da sempre lo amano e quasi lo venerano – i cento anni del prof. Filippo Siciliano. La presenza del sottoscritto ha anche voluto sottolineare il ringraziamento, nonostante la marcata differenza generazionale, per la preziosa amicizia che questo grande uomo e “compagno” mi ha voluto generosamente concedere. E’ stato lui – assieme al compianto prof. Francesco Renda, grande storico e mio docente all’Università di Palermo negli anni Novanta – a seguire i miei primi lavori sull’epopea delle lotte contadine in Sicilia (e nel suo epicentro Mazzarino) nel secondo dopoguerra; entrambi ne erano stati anche protagonisti e guide.
Filippo Siciliano era nato a Mazzarino il 20 agosto 1920 da famiglia contadina. Giovanissimo era entrato nel Partito comunista italiano e aveva diretto, assieme ad uomini come il futuro parlamentare Salvatore La Marca ed altri, le lotte contadine a Mazzarino e in provincia di Caltanissetta. Per questo motivo, subito dopo la laurea in Storia e Filosofia all’Università di Catania, era stato arrestato e recluso, tra il 1948 e il 1950, nel carcere nisseno di “Malaspina”. Sarebbe poi stato assolto con formula piena.
Tra il 1952 e il 1954 fu Sindaco di Mazzarino e stimato dirigente politico e sindacale.
Lasciato l’impegno politico attivo si trasferì a Catania dove si dedicò allo studio e all’insegnamento, sino al pensionamento. La sua voce, tuttavia, per decenni, – assieme a quella di Emanuele Macaluso, anche lui ultranovantenne, che durante la serata ha chiamato in diretta telefonica da Roma per un saluto e per gli auguri al “compagno” e amico Filippo Siciliano – è stata punto di riferimento per la sinistra e di riflessione per la cultura siciliana; di lui, tra i tanti, ha scritto anche Vincenzo Consolo ne “Le pietre di Pantalica”.
In una mia intervista di qualche anno fa, pubblicata poi con il significativo titolo “L’intellettuale mazzarinese che ha attraversato il Novecento”, ad una mia domanda sull’impegno politico della sua generazione dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra, rispose: “Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale tutti, in unità di intendi, restaurammo la Patria distrutta, oggi si mira prevalentemente al potere individuale, al denaro, all’affermazione della propria parte, o a soccorrere il proprio cliente e – soprattutto – al proprio potere personale. […] A Mazzarino, in quegli anni, non imperò più il latifondismo. Francesco Renda, senatore, professore universitario, storico di fama, ha scritto che a Mazzarino è stato realizzato, nella sezione del Pci, l’intellettuale collettivo teorizzato da Antonio Gramsci”.
Da intellettuale e fine bibliofilo a Filippo non potevo che omaggiare, per l’occasione, una bella edizione del 1872 dei “Dialoghi” di Vincenzo Monti, con note di un altro illustre letterato nisseno: Paolo Emiliani Giudici.
Auguri Filippo e grazie per la tua preziosa amicizia>.