Il Circolo Faletra del Pd nisseno si pronuncia sull’antenna RAI
Nonostante l’emergenza sanitaria assorba quasi interamente le pagine dei giornali, esistono alcune questioni sentite, a Caltanissetta, come cruciali. Una di queste è il futuro dell’antenna RAI che non ha mai smesso di interessare istituzioni, associazioni e cittadini. L’antenna Rai può veramente essere considerata un elemento identitario del territorio nisseno? Su quest’annosa questione molto è stato scritto e molto ancora si dirà. Definita dai media “Tour Eiffel”, alta circa 300 metri, l’antenna, spenta nel 2004, ha oltre settant’anni di storia. In vista dell’appuntamento di mercoledì, riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Circolo PD Guido Faletra, sulle possibili riconversioni di questa antica tecnologia:
«In questi giorni difficili si sta consumando una complessa vertenza, sulla quale ci sembra opportuno e necessario far sentire la voce del nostro Circolo. Ci riferiamo alla vicenda legata all’Antenna RAI e alla Collina Sant’Anna, che avrà un passaggio fondamentale nell’udienza che si terrà questo mercoledì avanti il TAR Sicilia e che discuterà le istanze cautelari promosse da RAI Way per ottenere il via libera alla rimozione dell’Antenna. Si tratta di una questione importante, che investe il futuro di uno dei manufatti più significativi della nostra città e di un’area dall’enorme pregio storico e naturalistico, sancito sin dal 2017 con il riconoscimento giuridico del valore etno-antropologico del sito.
La Stazione RAI della Collina Sant’Anna, insieme allo Zolfo, all’Amaro e ai Riti della Settimana Santa appartiene alla storia di Caltanissetta, è parte insostituibile di un patrimonio identitario in progressivo deperimento e oggetto di carsiche discussioni su ciò che potrebbe essere ma non è.
Oggi RAI Way pare mettere in discussione l’interesse culturale e naturalistico dell’Antenna, promuovendone demolizione e motivando questa iniziativa con una valutazione assolutamente generica sulla pericolosità della struttura per le abitazioni che insistono su quell’area.
A fronte di ciò, sentiamo il dovere di unire la nostra voce a quella del Comitato Parco Antenna Sant’Anna, esprimendo la nostra solidarietà nei confronti delle famiglie minacciate dall’ordinanza di sgombero del Comune, ribadendo la nostra contrarietà a qualsiasi prospettiva di mutamento della destinazione urbanistica del sito e chiedendo che ogni ipotesi di demolizione o di riduzione dell’Antenna sia subordinata all’accertamento dell’assoluta impossibilità di interventi manutentivi e conservativi.
Sin dal 19 marzo abbiamo sostenuto che l’emergenza epidemiologica imponeva di sospendere l’ordinanza di sgombero disposta dal Comune, adesso che l’amministrazione ha finalmente condiviso la nostra posizione ci preme ribadire che RAI Way avrebbe dovuto effettuare tempestivamente le verifiche tecniche e gli interventi necessari a garantire la sicurezza del monumento. Non è pensabile che si lavori alla demolizione dell’Antenna (bene protetto da vincolo) senza mettere in campo una reale analisi tecnica sullo stato del monumento e senza realizzare le necessarie misure conservative.
Le istituzioni e le forze attive della città hanno il dovere di scongiurare questa prospettiva, utilizzando ogni strumento giuridico e politico a disposizione. Allo stesso tempo vogliamo ribadire che l’amministrazione ha il dovere di costruire una strategia di valorizzazione dell’Antenna e dell’area su cui questa insiste.
Le proposte non mancano: dalla realizzazione di un Museo delle telecomunicazioni alla costruzione di un Parco Urbano che renda la nostra città più verde, passando per la promozione di un centro di ricerca sulle nuove tecnologie della comunicazione. Insomma, quell’area può diventare un importante polo di attrazione turistica e di sviluppo economico, ma per far sì che ciò accada serviranno coraggio, determinazione e capacità progettuali.
Gambino dimostri – finalmente – di avere queste doti, sostenendo i cittadini che si stanno impegnando per difendere e valorizzare il patrimonio storico della città».