21 Novembre 2024
L'opinione

Lo stile e la grazia di Nicola Caracciolo. Il ricordo di Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia

Nicola Caracciolo nella sede di Italia Nostra

E’ morto ieri Nicola Caracciolo, giornalista, ambientalista, corrispondente per La Stampa dagli Stati Uniti e autore di inchieste televisive di rilievo per la RAI. Riceviamo e pubblichiamo il ricordo di Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia:

«In questo strano, inquieto aprile del 2020 ci ha lasciati Nicola Caracciolo. Giornalista signorile, corrispondente dagli Stati Uniti per La Stampa e autore, negli anni Ottanta, di importanti inchieste televisive per la RAI sulla seconda guerra mondiale e il dopoguerra, e sulla Shoah degli ebrei italiani. Nato a Firenze il 19 maggio 1931, era fratello di Marella Caracciolo Agnelli e di Carlo, editore di Repubblica alla sua fondazione nel 1976. Il padre, Filippo Caracciolo, è stato presidente nazionale di Italia Nostra dal 1963 al 1965.

Il periodico di Italia Nostra

Colto, elegante, liberal, Nicola Caracciolo era un ambientalista appassionato. Lucido. È stato un protagonista nella battaglia contro il nucleare. Molto attento alle questioni urbanistiche. Egli si è speso moltissimo per la tutela dell’ambiente naturale, del paesaggio, e contro la realizzazione dell’autostrada Tirrenica in Maremma, dove era di casa, tanto da essere chiamato “il principe di Capalbio”. Nella cittadina toscana aveva guidato il Premio Internazionale Capalbio Piazza Magenta e la Sezione Maremma Tuscia di Italia Nostra. Era stato anche presidente di Italia Nostra Toscana, vicepresidente nazionale e direttore responsabile del periodico “Italia Nostra”. Infine presidente onorario di Italia Nostra.

Con Nicola Caracciolo ci davamo del “tu”: egli mi chiedeva sempre un parere, un commento, un articolo quando preparava un numero del mensile di cui era responsabile. E aveva un grande rispetto per ciò che pensavo, per ciò che scrivevo. Se doveva modificare qualcosa, in un testo, mi telefonava e ci teneva che concordassimo. Sempre. Egli era davvero un signore d’altri tempi. Un autentico democratico. Questa Italia, troppo spesso ottusa e inesorabilmente involgarita, corrotta, non gli piaceva. Ma sempre egli esprimeva il suo dissenso, la sua insofferenza con uno stile e una grazia che mai dimenticherò».

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