Operazione “Sorella sanità”: «Non possiamo rassegnarci a questo stato di cose». Il monito di Demos Caltanissetta
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Demos Caltanissetta a proposito dell’operazione che ha scosso la sanità siciliana:
«A pochi giorni dalle celebrazioni della giornata della legalità e in piena emergenza sanitaria, un vero e proprio tsunami si è abbattuto sulla sanità siciliana. Le accuse contestate ai diversi soggetti istituzionali ed imprenditoriali a vario titolo, sono relative al giro di numerose tangenti sulla fornitura di apparecchiature mediche e servizi di pulizia, oltre che di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti.
Non possiamo accettare come Demos Caltanissetta che ancora una volta a perdere sia tutta la collettività. Sembra non esistano più limiti morali o legalitari, uomini di destra e sinistra che professando altissimi valori antepongono i propri interessi economici alla vita delle persone. Auspichiamo una vera e propria rivoluzione morale che investa tutto il mondo politico e degli affari. Mentre uomini e donne muoiono da soli senza il conforto dei loro cari, i medici e gli infermieri lottano fino allo stremo contro questo maledetto virus, nelle nostre città mancano mascherine, e negli ospedali mancano respiratori e posti letto, veniamo a scoprire che – ancora una volta- sulla nostra salute c’è gente priva di scrupoli che ha costruito un impero economico, con giri d’affari esorbitanti. In questo tragico momento di profonda crisi tutto ciò assume ancora di più il sapore di un vero e proprio “tradimento” del compito assoluto di protezione della salute pubblica e dell’intesse collettivo.
Sia destra che centro che sinistra purtroppo ricadono in questi comportamenti dolosi per la comunità. Chiediamo un sussulto alla cittadinanza, non possiamo rassegnarci e accettare questo stato di cose, dobbiamo alzare la testa, fare in modo che tutti questi avvenimenti siano considerati pericolosi e distruttivi per la speranza dei nostri giovani, e di noi stessi che vogliamo costruire un futuro diverso».