Quel giorno in cui Franco Piperno venne a Caltanissetta
Tre giorni fa è morto Franco Piperno, studioso, saggista e fondatore di Potere Operaio. Icona della sinistra extraparlamentare, Piperno se n’è andato a 82 anni e molto è stato scritto su di lui dai media nazionali, in questi giorni.
«Piperno è stato espressione eminente di una generazione di rivoluzionari sconfitta» ha scritto Andrea Colombo sul Manifesto di ieri. «Ma se ne è andato senza aver mai considerato la partita persa una volta per tutte: «La guerra sociale è solamente sopita, non si è per niente conclusa: è destinata a riaccendersi in forme estreme, come e ancor più che prima»».
Piperno continuò infatti la sua partita all’interno delle istituzioni, visto che tra le sue esperienze politiche non va dimenticata quella di assessore alla Cultura del Comune di Cosenza, dal 2000 agli inizi del 2006. Proprio in veste di assessore, nel 2004, Franco Piperno venne, insieme ad altri esponenti del mondo della cultura e delle associazioni, a Caltanissetta. Piperno fu ricevuto dall’allora sindaco Salvatore Messana in merito al caso Cap Anamur e cioè al sequestro dell’imbarcazione tedesca di salvataggio dei migranti e al conseguente arresto del suo comandante, assolto cinque anni dopo.
In seguito al sequestro della nave, i trenta profughi a bordo furono infatti rinchiusi nel Cpt di Pian del Lago già quarantotto ore dopo lo sbarco e la loro vicenda diede vita a una grande mobilitazione che coinvolse Caltanissetta, l’intera Sicilia e non solo. In quell’occasione nacque, in città, l’associazione “Hurrìa” (libertà) e Piperno venne a Caltanissetta in difesa dei diritti di quelle che persone che per tutta la vita ha sentito vicine.