San Cataldo: gatti a rischio di avvelenamento. Interviene il WWF
Qualche giorno fa, a San Cataldo, si è registrato un nuovo probabile episodio di distribuzione di polpette avvelenate, questa volta nel quartiere di Santa Germana. Alcuni cittadini hanno infatti segnalato morti sospette di gatti che appartengono a una colonia felina della zona. Subito le Guardie zoofile WWF del Nucleo provinciale di Caltanissetta hanno effettuato un sopralluogo nell’area.
Durante il servizio sono state recuperate le carcasse di tre gatti e prelevati campioni di cibo che si sospetta essere stato avvelenato. Sono stati quindi informati i servizi veterinari dell’ASP n. 2 di Caltanissetta e le carcasse dei tre animali conferite all’Istituto Zooprofilattico di Palermo, per l’esame necroscopico e gli accertamenti tossicologici unitamente ai campioni alimentari.
In collaborazione con la Polizia Municipale di San Cataldo, le Guardie WWF hanno apposto dei cartelli informativi per la cittadinanza sul rischio di presenza di esche tossiche e bocconi avvelenati. Le attività di polizia giudiziaria degli Agenti zoofili del WWF proseguono per poter individuare cause e responsabili delle morti dei gatti.
Lo spargimento di veleni molto pericolosi per la salute è un fenomeno diffuso in tutta la provincia. In genere, individuare i responsabili non è semplice, ma le Guardie WWF hanno già avviato opportune indagini tese a risalire ai soggetti possibili autori di questi criminali gesti.
Con apposito comunicato stampa, le Guardie WWF ricordano «come molti di questi veleni siano facilmente assimilabili dall’organismo umano anche attraverso un semplice contatto: è sufficiente che una mano accidentalmente contaminata venga a contatto con la bocca perché il veleno possa essere assimilato direttamente dalle mucose. Il loro uso per il confezionamento di esche e bocconi avvelenati costituisce reato punito con sanzioni penali: la legge sulla caccia n. 157/1992 (artt. 21 e 30, ammenda fino a 1.549 euro) ed il Testo Unico delle Leggi Sanitarie (art.146, reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda fino a 516,46 euro) vietano espressamente di diffondere veleni. Ai sensi della legge n.189/2004 contro il maltrattamento, inoltre, per il delitto di uccisione di animali è prevista la reclusione da quattro mesi a due anni».