Teresa Iacuzzo e Leandro Janni: proposte per una seria prevenzione sul territorio
In questi giorni, la gestione dell’emergenza sanitaria ha stimolato nelle persone interrogativi da porre alle istituzioni e alla politica. Così, diversi cittadini e cittadine hanno manifestato, attraverso i social e le testate locali, proposte per migliorare l’efficienza e l’efficacia delle misure in atto per contrastare la pandemia. Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da Maria Teresa Iacuzzo e Leandro Janni, con alcuni spunti interessanti in tal senso:
«Dopo tre settimane di “zona rossa”, il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino dichiara che la curva dei contagi (per Covid-19) non accenna a diminuire, ma aumenta pericolosamente. Drammaticamente. Inoltre, egli aggiunge che sono presenti focolai in due scuole primarie. Come sappiamo, tali scuole sono chiuse da tre settimane. Pertanto, è evidente che le misure assunte fino ad oggi sono inadeguate. Tali misure, a nostro parere, non intervengono nel cuore del problema.
Quindi, chiediamo di: 1. istituire un hub per tamponi nel centro storico; 2. istituire un hub vaccinale dedicato nel centro storico; 3. potenziare la medicina di prevenzione sul territorio; 4. fare tamponi periodici a tutti gli operatori del commercio; 5. monitorare il tasso di positività; 6. segnare sui marciapiedi, davanti ai negozi – alle banche – agli uffici pubblici, il posto-fila opportunamente distanziato; 7. organizzare una campagna di sensibilizzazione e prevenzione attraverso tutti i mezzi di comunicazione disponibili; 8. continuare a fare tamponi agli operatori sanitari anche se vaccinati; 9. creare sinergie, nello spirito della sussidiarietà, con associazioni private di professionisti, con la Caritas diocesana e con le Caritas parrocchiali.
Dobbiamo aspettare che passi questa lunga e tragica nottata, o pensiamo ad una seria prevenzione sul territorio? Se le istituzioni sanitarie locali non hanno le risorse economico-finanziarie e logistico-organizzative, ci autotassiamo noi cittadini? Qualcuno esperto di logistica si può fare avanti per dare una mano? Chiamiamo i Medici Senza Frontiere?»